Come si elettrizzerà l’Italia con l’idrogeno

La nascita del nuovo governo ha portato all’inaugurazione anche di un nuovo dicastero, il Ministero della Transizione Ecologica, affidato a Roberto Cingolani. E proprio a questo ministero spetterà il compito di traghettare l’Italia verso un’energia più green.

E così che anche la filiera dell’idrogeno italiana potrebbe trovare posto nel Recovery Fund. Quali i progetti in rampa di lancio? Quelli attuabili entro 6 anni. Tutti i dettagli.

I PIANI DI CINGOLANI

Partiamo dalle parole di Cingolani. “Non possiamo non considerare l’idrogeno verde come la soluzione regina. E’ sostanzialmente il vettore ideale. Fra dieci anni avremo l’idrogeno verde e le automobili che andranno a celle a combustibile. Le batterie le avremo superate, perché hanno un problema di dismissione, e staremo investendo sulla fusione nucleare, che ora sta muovendo i primi passi nei laboratori”, ha detto Cingolani nei giorni scorsi in audizione al Parlamento.

Abbiamo un decennio per rendere la nostra società competitiva sull’idrogeno verde – ha aggiunto il titolare del dicastero della Transizione ecologica -. Al momento non abbiamo gli impianti, non sappiamo come stoccare e come utilizzare l’idrogeno. Ma questa è solo la realtà odierna. Dobbiamo cominciare a lanciare i nostri programmi, dobbiamo creare quel sistema che intorno a quel vettore energetico ci consenta di operare al meglio”.

IL PROGETTO DI ENEL E FNM PER LA FERROVIA LOMBARDA

E all’idrogeno verde il governo Draghi potrebbe destinare 3 miliardi di euro del Recovery Fund.

Uno dei progetti che potrebbero essere finanziati è quello di Enel green power ed FNM – gruppo integrato nel trasporto e nella mobilità in Lombardia – “H2IseO”, che punta a studiare e individuare la migliore modalità di fornitura di idrogeno verde, ovvero idrogeno prodotto usando esclusivamente energia rinnovabile, per la mobilità ferroviaria in Lombardia.

I nuovi treni alimentati a idrogeno dovrebbero sfrecciare tra soli 2 anni, nel 2023, sulla linea gestita da Trenord, Brescia-Iseo-Edolo, in sostituzione degli attuali a motore diesel.

ENEL GREEN POWER E SARAS

Anche la più grande raffineria d’Italia, Saras, imboccherà, in tempi strettissimi, la strada della transizione.

L’impianto alle porte di Cagliari, a Sarroch, controllato dalla famiglia Moratti, punta alla riduzione di emissioni di Co2 nel processo di trasformazione dei prodotti petroliferi, tramite, l’utilizzo di un elettrolizzatore da 20 MW alimentato da energia rinnovabile prodotta sul posto per fornire idrogeno verde da utilizzare come materia prima. Per questo obiettivo, la Saras ha infatti stretto un accordo con il gruppo Enel Green Power.

Si tratta, riporta il Corriere della Sera, per gli analisti di Equita, di “dimensioni rilevanti per il segmento dell’idrogeno verde”. Secondo i calcoli del broker, “le capex per l’impianto possano essere di circa 25 milioni di euro e dovrebbero poter soddisfare circa il 3%-4% del fabbisogno di idrogeno della raffineria”.

IL PROGETTO DI SNAM ED EDISON PER L’IDROGENO

Punta alla decarbonizzazione dell’acciaio, invece, il progetto di Tenaris, Edison e Snam. Le tre realtà, nei prossimi mesi, collaboreranno per individuare e realizzare le soluzioni più idonee per la produzione, la distribuzione e l’utilizzo di idrogeno verde nel sito Tenaris di Dalmine.

Le generazione di idrogeno ed ossigeno verrebbe realizzata tramite un elettrolizzatore da circa 20 MW da installare presso lo stabilimento di Dalmine.

COSA FARA’ SNAM CON MUBADALA

Anche negli Emirati Arabi, Snam lavorerà con l’idrogeno. La compagnia guidata da Marco Alverà e Mubadala Investment Company hanno firmato un protocollo d’intesa per collaborare su iniziative congiunte di investimento e sviluppo sull’idrogeno, avviando “attività di valutazione, compresi studi tecnici e di fattibilità economica, di potenziali progetti e soluzioni” finalizzati a promuovere lo sviluppo di questa fonte negli Emirati Arabi.

In qualità di investitore responsabile e operatore attivo nella transizione energetica a livello globale, Mubadala è da tempo azienda pioniera e sostenitrice di un mix energetico più bilanciato, che si sostanzia in investimenti in un portfolio di società che, negli Emirati Arabi Uniti e all’estero, contribuiscono a soluzioni energetiche più pulite, economiche e resilienti”, afferma l’amministratore delegato di Mubadala, Musabbeh Al Kaabi, circa l’accordo con Snam. “La firma di questo accordo con Snam – ha aggiunto – rappresenta prova ulteriore dei nostri sforzi congiunti per sviluppare un’economia alimentata a idrogeno negli Emirati, nonché del nostro impegno a sostenere il ruolo che l’idrogeno può avere nel far fronte alla domanda energetica mondiale”.

ANCHE ITALGAS GUARDA ALL’IDROGENO

C’è idrogeno anche nel piano “Power to gas” di Italgas, che prevede la realizzazione di un impianto, in Sardegna, che utilizzerà energia elettrica pulita, da fonti rinnovabili, per produrre combustibili green, come idrogeno verde, per l’appunto, e metano sintetico.

SI PUNTA SU IDROGENO VERDE

I progetti in partita per il Recovery sono tutti verdi. Come auspicato, ricorda un report del Cer, dall’ex ministro Patuanelli.  “L’allora ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, partecipò all’evento di lancio dell’IPCEI- Importante Progetto di Interesse Comune Europeo, dove è stato sottoscritto il Manifesto per lo sviluppo di una catena del valore europea sulle Tecnologie e sistemi dell’idrogeno insieme a Ministri di 22 Stati membri dell’Unione Europea. Nel suo intervento, Patuanelli mise in luce il ruolo fondamentale dell’idrogeno ‘verde’ e la cooperazione tra le imprese italiane e quelle degli altri paesi europei”, scrive il report che ricorda che puntare sull’idrogeno blu, prodotto dal gas, favorirebbe quei paesi che il gas lo producono.


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Fonte: Startmag