Saipem acquisisce Naval Energies specializzata nell'eolico

Il ricambio di una parte della prima linea dei dirigenti e una serie di nuovi progetti accelerano il passaggio di Saipem verso la transizione ecologica, dall’eolico galleggiante alla tecnologia dell’idrogeno. Sono passati solo due mesi dall’arrivo di Francesco Caio come amministratore delegato del gruppo di ingegneria italiana nel settore energia quotato a Piazza Affari con una capitalizzazione di 2,2 miliardi, ma si intravedono già i segnali di cambiamento.

Per il manager, che nella sua carriera ha guidato una multinazionale degli elettrodomestici come Indesit e ha accompagnato Poste Italiane alla quotazione di Borsa, non si tratta di un compito facile. Oltre a subire le conseguenze del passaggio dagli idrocarburi alla green economy, Saipem arriva da anni di continue ristrutturazioni finanziarie, per avere in passato sovrastimato contratti e commesse in giro per il mondo. Eventi le cui cicatrici si vedono ancora nelle quotazioni di Borsa: il titolo valeva oltre 48 euro ai suoi massimi storici nel marzo del 2012, mentre l’ultima chiusura di venerdì si è fermata a 2,15 euro.

Gli ultimi otto anni hanno rimesso in carreggiata la società (che ha i maggiori azionisti in Eni con il 30,54% e Cdp con il 12,55%), ma l’anno del Covid ha pesato sui risultati, con un 2020 chiuso in rosso per 1,14 miliardi di euro (contro l’utile di 12 milioni dell’anno precedente), in conseguenza principalmente a svalutazioni della divisione di ricerca di idrocarburi off shore per 590 milioni.

Da qui l’accelerazione verso la green economy imposta da Caio, appena arrivato alla carica di ad, ma già forte della conoscenza di Saipem di cui era stato nominato dal Tesoro come presidente nel 2018. La sua prima acquisizione già spiega molte cose. A inizio giugno, la società ha annunciato di aver rilevato Naval Energies, società francese specializzata nell’eolico flottante.

A differenza della pale che vengono installate su piloni a poche miglia dalla costa dove i fondali sono più bassi, con il floating le piattaforme possono essere ancorate più al largo, dove è il vento è più forte. Una tecnologia che permette nuove possibilità anche nel Mediterraneo dove l’intensità del vento non ha le medie del Mare del Nord o dell’Atlantico. Ma non solo: grazie a Naval Energies, Saipem entra a pieno titolo nel mercato delle rinnovabili francesi, a partire dal progetto di eolico flottante al largo di Groix Belle-ile, in Bretagna che entrerà in servizio nel 2022.

L’altra buona notizia per Caio è arrivata la settimana scorsa: nel decreto “Fondone” sono stati stanziati 70 milioni che serviranno ad avviare il progetto Agnes, la riconversione delle piattaforme petrolifere al largo di Ravenna in impianti eolici flottanti e fotovoltaici a cui è interessata Saipem. Serviranno per la produzione di idrogeno verde che a sua volta sarà messo a disposizione, una volta riconvertito in energia, per alimentare - senza emissioni inquinanti - gli insediamenti industriali della zona. Complessivamente il progetto vale un miliardo di euro ed è il più grande di questo tipo al momento in corso in Europa.

Tutto questo senza scordare che per i prossimi 30 anni la transizione energetica sarà garantita sempre dal gas, che assicura anche la maggior parte dei ricavi. Per questo il settore va ancora presidiato. Soltanto nelle ultime due settimane si segnalano il nuovo contratto ad Abu Dhabi da 550 milioni, il mandato per l’esplorazione di sei nuovi pozzi nel Mare del Nord. Ma soprattutto la commessa da 1,3 miliardi in Brasile assegnata da Petrobras per i giacimenti off shore nell’Atlantico profondo.


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Fonte: Repubblica