Sono diversi gli interventi che prevedono il ricorso all’idrogeno come vettore energetico pulito tra quelli finanziabili nell’ambito del programma messo a punto dal Governo italiano per decarbonizzare i porti della Penisola.
Il Ministero della Transizione Ecologia (Mite) ha infatti lanciato nei giorni scorsi – nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – il progetto ‘Green Ports’, pubblicando un “avviso pubblico di manifestazione d’interesse per la formulazione di proposte progettuali nell’ambito della componente (del PNRR; ndr) Intermodalità e Logistica Integrata – Investimento 1.1: Interventi di energia rinnovabile ed efficienza energetica nei porti”.
I fondi messi sul ‘piatto’ da Roma ammontano in totale a 270 milioni di euro e a poterli ricevere saranno soltanto i porti del Nord – nel dettaglio le Autorità di Sistema Portuale (AdSP) del Mar Ligure Occidentale, Mar Ligure Orientale, Mar Tirreno Settentrionale, Mar Tirreno Centro Settentrionale, Mare di Sardegna, Mar Adriatico Centrale, Mar Adriatico Centro-Settentrionale, Mar Adriatico Orientale, Mar Adriatico Settentrionale – poiché quelli del Centro e del Sud avranno a disposizione risorse provenienti da altri capitoli di spesa.
Tutte le tipologie di intervento ammesse, e quindi candidabili a ricevere i finanziamenti, dovranno avere come obbiettivo la “riduzione delle emissioni di CO2 e degli altri inquinanti connessi alla combustione di fossili legati alle attività portuali”, e per alcune di esse il Governo, nella tabella messa a disposizione sul sito del MiTE, fa esplicito riferimento all’idrogeno.
La tipologia di intervento numero 1, denominata “Produzione di energia da fonti rinnovabili” e caratterizzata da un coefficiente climatico pari al 100%, prevede infatti tra gli interventi ammissibili (con una dotazione finanziaria complessiva di 70 milioni di euro) “impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, incluse le diverse tecnologie di accumulo e/o produzione di idrogeno”
Anche la tipologia numero 4, “Mezzi di trasporto elettrici”, con coefficiente climatico del 100% e dotazione di 62 milioni, prevede espressamente un ricorso all’H2 elencando tra gli interventi ammissibili “l’acquisto di mezzi di servizio operanti all’interno del porto, alimentati con elettricità o idrogeno, ovvero elettrificazione dei mezzi esistenti. Ad esempio: veicoli e natanti di servizio (solo per AdSP), gru mobili, mezzi per la raccolta dei rifiuti, trattori, reach staker, elevatori, locotrattori e locomotori, tramogge e similari”.
Il vettore torna anche nella tipologia successiva, la numero 5 (coefficiente 100% e 23 milioni di dotazione economica), che riguarda “interventi sulla rete elettrica o altri impianti per aumentarne l’efficienza e la digitalizzazione, ovvero propedeutici alla creazione di una Port Grid, (accumuli, elettrolizzatori per la produzione di idrogeno e impianti similari)”.
Infine, anche la tipologia di intervento numero 6 “Realizzazione di infrastrutture per l’utilizzo dell’elettricità in porto”, con un coefficiente climatico del 100% e 22 milioni di euro a disposizione, menziona l’H2 essendo di fatto collegata alla numero 4 e prevedendo la realizzazione di “infrastrutture e altri dispositivi per l’alimentazione e ricarica dei mezzi elettrici o ad idrogeno”.
Le proposte progettuali, che dovranno essere presentate dalla AdSP – le quali potranno farlo in proprio o per contro di concessionari/terminalisti – dovranno pervenire al Ministero entro 45 giorni dalla pubblicazione dell’avviso, avvenuta lo scorso 25 agosto.
Fonte: Hydronews