30 settembre - L’idrogeno come vettore protagonista della transizione energetica in grado di consentire nei prossimi anni una netta riduzione delle emissioni al fine di raggiunge l’obiettivo europeo di decarbonizzazione nel 2050. Per questo le imprese italiane sono in prima linea nel cogliere le opportunità della filiera dell’idrogeno in diversi comparti e settori anche alla luce delle risorse che arriveranno dal Recovery Fund dell’UE.
Questi alcuni dei passaggi emersi dalla conferenza internazionale "Potenzialità della filiera dell'idrogeno nel contesto della transizione energetica", che si è tenuta oggi a Roma al Campidoglio. L’evento è stato promosso dal World Energy Council (WEC) Italia e dall’Associazione italiana di ingegneria chimica (AIDIC) e organizzato da Mirumir come tappa di avvicinamento a HESE – Hydrogen Energy Summit&Expo – in programma dal 5 al 7 maggio 2021 alla fiera di Bologna.
Interlocutori di primo livello hanno preso parte oggi a lavori in rappresentanza di alcune tra le principali realtà nazionali del settore tra cui ENI, H2IT, Saipem, NextChem, McPhy, CNH Industrial, Toyota.
Nel corso dell’evento, i partecipanti hanno esaminato i punti nodali che l’Italia deve sciogliere per poter cogliere la sfida rappresentata dall’idrogeno: un’adeguata analisi della domanda di idrogeno e delle possibilità di offerta; sfruttare al meglio quelle esistenti e i comparti maggiormente attrezzati per avviare sin da subito una prima transizione; normative adeguate per consentire lo sviluppo del settore; politiche industriali che consentano la partecipazione in sinergia delle aziende di molteplici comparti; un’analisi dei costi che riduca la forbice tra il costo di estrazione dell’idrogeno tradizionale e quello verde, attualmente di 1 a 4.
Ad aprire i lavori sono stati Marco Margheri (Presidente WEC Italia), Giuseppe Ricci (Presidente AIDIC) e Alberto Dossi (Presidente H2IT).
“L’idrogeno ha la possibilità di portare verso la decarbonizzazione tanti settori dell’economia. Tutti devono giocare un ruolo e l’idrogeno ha la possibilità di portare verso la decarbonizzazione tanti settori dell’economia”, ha dichiarato Margheri. Per il presidente di WEC Italia, la costruzione della filiera dell’idrogeno “sarà uno degli assi con cui la transizione sarà pervasiva e inclusiva”, aiutando tutte le filiere a procedere rapidamente verso gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima.
“È necessaria la compartecipazione di molteplici settori e attori per sviluppare la filiera dell'idrogeno che è complementare ad altri comparti verso la decarbonizzazione”, ha spiegato da parte sua Ricci osservando che per favorire lo “sviluppo della filiera dell’idrogeno è necessaria la compartecipazione di tanti attori, partendo dai ‘campioni’ che hanno più capacità di investire per creare un cluster di partenza a cui si aggiungeranno le attività come consumo e trasporto”.
“L’idrogeno è un vettore che avrà un futuro nel processo di transizione energetica e di abbandono dell’uso del carbone. Siamo nell’epoca della decarbonizzazione e quindi l’idrogeno è sicuramente un vettore che avrà un futuro, visto che è un combustibile versatile che serve per il settore dell’automotive, che ha possibilità di essere usato nel civile, nella parte industriale e nel bilanciamento energetico delle reti”, ha affermato Dossi.
Il dialogo tra i relatori si è poi strutturato in tre sessioni dedicate alle nuove prospettive per la produzione dell’idrogeno, infrastrutture, trasporto e stoccaggio e sugli utilizzi innovativi dell’idrogeno. “Quello del ruolo dell’idrogeno nel processo di transizione energetica costituisce una sfida per le autorità di regolazione nel fornire un quadro normativo adeguato. Dal punto di vista del ruolo regolatore quella dell’idrogeno è una sfida come tutte quelle che riguardano la tecnologia”, ha affermato il presidente dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA), Stefano Besseghini.
“Il governo italiano è al lavoro per una strategia specifica sull'idrogeno per tracciare un quadro di lungo termine per poter programmare investimenti e ragionare in ottica europea”, ha assicurato Gilberto Dialuce, direttore generale della Direzione generale infrastrutture e sicurezza dei sistemi energetici e geominerari, del Ministero dello Sviluppo economico (MISE), ricordando che anche altri Stati membri dell’Unione europea, Germania e Francia su tutti, si sono mossi per la coalizione dell'idrogeno "verde" per incrementare gli investimenti nella filiera da parte della Commissione europea. I lavori si sono conclusi con l'intervento, in collegamento da Bruxelles, di Guido Bortoni, Senior Adviser della DG Energy, che ha sottolineato come lo sviluppo della catena del valore dell'idrogeno, con particolare focus sui green gases, sia uno dei pilastri della roadmap del New Green Deal, in un'ottica di decarbonizzazione del sistema energetico in tutte le sue declinazioni, secondo un approccio di integrazione settoriale. In tale quadro, ha aggiunto Bortoni, un ruolo molto importante verrà ricoperto sia dai fondi messi a disposizione dalla Commissione per incentivare gli investimenti sia dai meccanismi a supporto della domanda nei diversi settori di utilizzo. In chiusura del suo messaggio il Senior Adviser della DG Energy ha auspicato che anche l'Italia, come già fatto da altri importanti Paesi dell'Unione, presenti presto la propria strategia sull'idrogeno.